Oltre la solita dieta: come sconfiggere la bulimia
Oltre la solita dieta: come sconfiggere la bulimia

L’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi
Oscar Wilde

La bulimia, letteralmente fame da bue, è un disturbo del comportamento alimentare che consiste nella sfrenata tendenza ad abbuffarsi per il piacere di mangiare. Viene spesso confusa con la sindrome da vomiting, disturbo che invece consiste nel mangiare e vomitare che ha caratteristiche diverse tanto da essere un comportamento alimentare patologico a sé stante.

Chi sono i bulimici?
I bulimici sono, proprio per la tendenza a mangiare senza freni, persone in sovrappeso che provano piacere e rassicurazione nel sentire lo stomaco pieno. Lottano continuamente cercando di controllare la quantità e la qualità del cibo che ingeriscono con il risultato di perdere il controllo e finire per mangiare sempre di più, cedono alla tentazione proprio perché tentano continuamente di resistervi. I bulimici sono i maggiori conoscitori di tutti i tipi di dieta: non è raro che ne abbiano provate a decine, tutte diverse, tutte basate su restrizioni di vario tipo, tutte concluse con il solito esito: la ripresa dei chili persi con gli interessi a seguito dell’inevitabile perdita di controllo derivante dall’aver tentato di eliminare i cibi prediletti.

La persona bulimica, sempre perdente nella lotta tra il controllo nell’assunzione di cibi e la perdita di controllo che sfocia nell’abbuffata, è spesso una persona emotivamente fragile. A ogni delusione, a ogni frustrazione, reagisce compensando con l’assunzione di cibo che gratifica il palato e dona velocemente una sensazione di benessere e protezione. Il risultato è la costruzione di una corazza di grasso che isola dalle relazioni percepite come pericolose: viene evitato così il contatto con gli altri (mi isolo e mangio piuttosto che mettermi in gioco), vengono evitate le critiche, i commenti e le prese in giro dovute al sovrappeso.

La Dieta Paradossale come cura
La psicoterapia breve strategica si avvale di una tecnica che si è rivelata molto efficace (93% dei casi) proprio perché agisce sul tentativo di restrizione della quantità e della qualità dei cibi che porta inevitabilmente al fallimento e all’abbuffata: la dieta paradossale.
Consiste nel consentire alla persona bulimica di mangiare tutto ciò che più gli piace e nella quantità desiderata, limitando però l’assunzione di tali cibi ai tre pasti principali.

Si potrà obiettare che in questo modo la persona ingrasserà di certo, ma al contrario si otterrà un duplice effetto:
1. i pasti vengono ridotti a tre, quando invece il bulimico spesso mangia molte più volte al giorno;
2. quando è possibile concedersi ciò che più piace, l’organismo non deprivato del piacere potrà mettere in atto i suoi naturali meccanismi di autoregolazione.
Viene infine introdotta la pratica di un’attività fisica moderata e adeguata alla fisicità utile perché, nella maggior parte dei casi, i bulimici, non hanno mai praticato attività sportiva.
Il lavoro psicoterapeutico dovrà anche essere rivolto al rafforzamento della persona nella relazione con gli altri e con il mondo, percepiti come minacciosi.


BIBLIOGRAFIA:
Bergami, L., Bossi, M., Ongaro, F., Rossi, P.L., Speciani, L., a cura di Nardone, G. e Valteroni, E., (2014), Dieta o non dieta, Ponte alle Grazie, Milano
Nardone, G. (2013), Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo, Bur Rizzoli, Milano
Nardone, G. (2015), La dieta paradossale, Tea, Milano
Nardone, G., Speciani, L. (2015), Mangia muoviti ama, Ponte alle Grazie, Milano
Nardone, G., Selekman, M.D., (2011), Uscire dalla trappola, Ponte alle Grazie, Milano

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